martedì 23 luglio 2019

SERIE TV | Stranger Things



E' finita la serie TV che ha incantato milioni di persone in tutto il mondo.
Netflix ha stimato che nel giro di 4 giorni dalla pubblicazione abbia raggiunto 41 milioni di account, 18 dei quali hanno finito di vedere la serie.
Stiamo parlando, ovviamente, di Stranger Things.

Stranger Things è una serie TV fantascientifica uscita con la prima stagione nel 2016 e conclusasi quest'anno il 4 Luglio. E' ambientata ad Hawkins, una città immaginaria ripresa negli anni '80 in cui seguiamo principalmente un gruppo di ragazzi (Mike, Will, Lucas e Dustin) che, come tanti in quegli anni, amano cimentarsi nel gioco di ruolo Dungeons & Dragons.
Le loro vite, e quelle delle loro famiglie, cambieranno quando ad apparire in città sarà una bambina  scappata dal'Hawkins National Laboratory che si identificherà come Undici (Eleven) per il marchio impresso sul suo corpo. Cosa si nasconde dietro tutto questo?

Mi è piaciuto tantissimo come la serie riprenda le ambientazioni anni '80 e tutti i vari riferimenti che ad essi sono associati (film, musica, vestiario ecc.).
Mi è piaciuta l'impronta da "serie da formazione", ossia come ci è stata data la possibilità di vedere crescere i protagonisti e passare da bambini amanti dei giochi di ruolo ad adolescenti alle prese con i primi problemi di cuore (passaggio molto marcato soprattutto con l'ultima stagione), insieme ad un finale che segna decisamente la fine di una fase e l'inizio di un'altra.

Tutto molto bello sembrerebbe; in realtà così non è.
Ho tanto apprezzato le ambientazioni e la costruzione delle relazioni all'interno della serie quanto non abbia apprezzato la parte fantascientifica, cioè praticamente la chiave che dà l'immagine alla serie.
Trovo debole la struttura del lato fantasy di tutti e 25 gli episodi. Alla fine, con 8/9 episodi a stagione per un totale di 3 non credo si potesse fare altrimenti. Credo, anzi, che l'aspetto non reale della serie sia servito come supporto per indagare altro, un punto di incontro che unisse e formasse le vite dei protagonisti.

Decisamente una unpopular opinion, direi. Però il mondo è bello perché é vario, no?

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