venerdì 20 gennaio 2017

Maze Runner - Il Labirinto, James Dashner





 Titolo Maze Runner - Il Labirinto
Autore James Dashner
Casa editrice Fanucci Editore



Trama

Quando Thomas si risveglia, le porte dell'ascensore in cui si trova si aprono su un mondo che non conosce. Non ricorda come ci sia arrivato, né alcun particolare del suo passato, a eccezione del proprio nome di battesimo. Con lui ci sono altri ragazzi, tutti nelle sue stesse condizioni, che gli danno il benvenuto nella Radura, un ampio spazio limitato da invalicabili mura di pietra, che non lasciano filtrare neanche la luce del sole. L'unica certezza dei ragazzi è che ogni mattina le porte di pietra del gigantesco Labirinto che li circonda vengono aperte, per poi richiudersi di notte. Ben presto il gruppo elabora l'organizzazione di una società disciplinata dai Custodi, nella quale si svolgono riunioni dei Consigli e vigono rigorose regole per mantenere l'ordine. Ogni trenta giorni qualcuno si aggiunge a loro dopo essersi risvegliato nell'ascensore. Il mistero si infittisce quando - senza che nessuno se lo aspettasse - arriva una ragazza. E la prima donna a fare la propria comparsa in quel mondo, ed è il messaggio che porta con sé a stupire, più della sua stessa presenza. Un messaggio che non lascia alternative. Ma in assenza di qualsiasi altra via di fuga, il Labirinto sembra essere l'unica speranza del gruppo... o forse potrebbe rivelarsi una trappola da cui è impossibile uscire.



Recensione
E' un po' la storia de Io prima di te che si ripete.

E' un romanzo perfetto?
No

Mi è piaciuto?
Si.

Ne ho sentite di ogni su questo romanzo. 
"Ci sono nei vuoti nella storia" dicevano.
"Alcune parti sono trattate in maniera superficiale" dicevano.
"Lo stile di Dashner è troppo semplice" dicevano

Il libro scorre che è una meraviglia, vi dico io!

Il libro scorre,  si, allo stesso modo in cui scorre l'adrenalina nelle vene mentro lo leggi, ed ogni pezzo del puzzle trova il suo posto. Ci sono stati dei capitoli in cui non riuscivo a staccare gli occhi dal libro; capitoli in cui mi ci sarei voluta catapultare dentro, scoprendomi con il naso a due centimetri dal libro e verso la fine, avrei voluto scuotere Thomas perché svuotesse finalmente il sacco!

Ne ho sentite di ogni, come ho già accennato, ed è per questo che sono partita con delle aspettative abbastanza basse. Non mi sono rifiutata di leggerlo a priori perché il mio istinto mi spingeva prepotentemente all'acquisto dell'intera trilogia, e non mi sbagliavo.
 Quello che voglio dire ai critici letterari fanatici di Hunger Games su Goodreads è che non hanno capito una cosa fondamentale di questo libro, altrettanto importante per poter esprimere poi un giudizio nei riguardi di questa lettura. Con lo stile che voi definite  "leggero e semplice",  Dashner innanzitutto palesa la chiara intenzione di non voler scrivere un lavoro straripante di pretenziosità. Quanti ne leggiamo di scrittori che cercano di imitare le grandi penne quali Màrquez, Fitzgerald, Hemingway o, per restare in tema, Orwell, con paroloni sparsi qua e là, creando dei periodi inconsistenti, pacchiani e ai limiti del ridicolo? Per una volte siamo di fronte ad uno scrittore che alza le mani, fa un bagn d'umiltà e parte dal basso, volendoci raccontare una storia.

Si, ci racconta una storia. Non a caso la narrazione è fatta in terza persona.  Grandi menti di alcuni lettori si sono esposte affermando che "un distopico deve essere scritto in prima persona, altrimenti non può essere definito tale". Io rispondo loro un banale no. No perché la terza persona ci aiuta a capire come in realtà non dobbiamo immedesimarci semplicemente e solo nella persona di Thomas, ma Thomas è solo la parte di un grande piano ancora noi sconosciuto. Thomas è solo lo strumento principale attraverso cui si muove la narrazione, ma non il protagonista assoluto della storia. Essendo un distopico, mi permetto di osare nel dire che forse i protagonisti principali sono i Creatori, le loro menti, le loro intenzioni, cosa ha portato loro nel creare una Radura e rinchiuderci dentro un gruppo di più di quaranta adolescenti strappandoli dalle loro famiglie. Perchè si, il romanzo si sviluppa inizilamente come un genere d'avventura, ma poi si celano altre verità, più profonde e radicali, che non ci si mette molto a capire come possano comprendere limitazioni in termini di libertà, controllo delle vite ( e menti) altrui,  informazioni essenziali sulle proprie esistenze. Non sono forse questi i temi tipici del distopico, miei cari criticoni?

 Fortunatamente mi sono lasciata scivolare addosso tutto e mi sono goduta questo romanzo dalla prima all'ultima pagina! Non c'è un attimo di pausa, è coinvolgente dall'inizio alla fine e non ci sono punti morti. Pensavo fosse il libro meno passivo che avessi mai letto... finchè ieri sera non ho iniziato Maze Runner - La fuga, secondo capitolo della trilogia. E' ancora più vivo e più intrigante di quanto non avessi immaginato o letto in tutte le recensioni, che si apprestano a definirlo il libro peggiore della saga.

Voto
★ ★ ★ ★  

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